La puntata di oggi è dedicata a un’altra grande donna italiana: Maria Montessori educatrice, pedagogista, medico, neuropsichiatra infantile, filosofa e scienziata.

Molti di voi, soprattutto i genitori, conoscono o hanno sentito parlare almeno una volta  del metodo pedagogico che porta il suo nome e che ancora oggi è praticato in circa 65.000 scuole in tutto il mondo.

Maria Tecla Artemisia Montessori nasce a Chiaravalle nei pressi di Ancona il 31 agosto 1870 da una famiglia medio-borghese. I genitori erano persone ben istruite, padre piuttosto conservatore con il quale è spesso in conflitto e madre molto più liberale che sostiene sempre le sue idee innovative e rivoluzionarie. Frequenta la scuola ma soltanto intorno agli 11 anni si appassiona allo studio. È tra le prime 10 alunne della Regia Scuola Tecnica (oggi Istituto tecnico Leonardo da Vinci ) a Roma e manifesta subito passione per le materie scientifiche, soprattutto matematica e biologia, cosa che crea diversi scontri con il padre che la voleva insegnante. Non può iscriversi subito alla facoltà di medicina perché non ha conseguito la maturità classica, quindi frequenta per due anni la Facoltà di Scienze e poi si trasferisce  a Medicina all’Università La Sapienza. Rimane affascinata dalle lezioni di igiene sperimentale del professor Angelo Celli, convinto sia da imputare alla condizione sociale di marginalità dei pazienti la diffusione di alcune malattie e non da incapacità mediche. Frequenta per studio i bambini con maggiori difficoltà nei quartieri poveri di Roma, esperienza che la spinge ad approfondire la conoscenza in materia di igiene medica. Nel 1896 è la terza donna italiana a laurearsi in medicina con specializzazione in neuropsichiatria. Dedica tempo e passione alla ricerca in laboratorio e studia nel contempo pediatria. Diventa assistente presso la clinica psichiatrica dell’università di Roma e inizia a lavorare ad un progetto educativo su bambini rinchiusi in manicomio ottenendo risultati straordinari. I bambini migliorano al punto tale da imparare a scrivere e superare l’esame di licenza elementare. Formula quindi la prima grande ipotesi teorica secondo la quale i bambini del manicomio devono essere educati e non visitati, quindi stimolati a parlare, muoversi, relazionarsi. 

 

Nei primi anni del ‘900 studia filosofia e insegna all’Istituto Superiore di Magistero Femminile a Roma e riceve la proposta di aprire una scuola per le famiglie operaie del quartiere San Lorenzo. Nasce così la prima Casa del bambino, il modello di scuola che diviene celebre prima in Italia e poi in tutto il mondo e che ha reso la Dottoressa Montessori una pedagogista di fama internazionale. 

È stata legata professionalmente e sentimentalmente al collega Giuseppe Ferruccio Montesano, che l’abbandona per sposare un’altra donna nonostante aspetti un figlio. Partorisce in segreto e affida il piccolo alle cure di una famiglia lontana da occhi indiscreti, su pressione della famiglia Montesano, con il solo scopo di proteggere il piccolo e portare avanti la sua carriera. Rimane sempre in contatto con la famiglia affidataria e va a trovare spesso il bimbo che, alla morte della madre adottiva, prende con sé presentandolo come nipote. La verità verrà a galla solo nel testamento della Montessori. Mario Montessori seguirà la madre nei suoi numerosi viaggi, dedicando tutta la sua vita alle iniziative intraprese dalla celebre genitrice. Nel 1929 hanno fondato insieme l’Associazione Internazionale Montessori per preservare, diffondere e promuovere i principi e le pratiche delle scuole Montessori e del metodo Montessori.

Non cede alle imposizioni del regime fascista sui metodi educativi, diametralmente opposti al suo, liberale e concentrato sul bambino e fallite alcune collaborazioni con i progetti pedagogici fascisti per i quali non nasconde totale disaccordo, abbandona l’Italia senza fare più ritorno. 

Per continuare a diffondere il suo sapere, i suoi studi e il suo progetto pedagogico, gira il mondo e muore a Noordwijk (nordveik), nell’Olanda meridionale 6 maggio 1952.

I meriti della Dottoressa Montessori sono molteplici. Intanto, non cede mai alla volontà del padre affrontando non poche pressioni e momenti difficili. Con la sua tenacia dimostra al padre il suo talento e riesce a superare brillantemente anche lo scetticismo e i dispettucci di diversi tra colleghi e professori che non vedono di buon occhio la sua scelta di conseguire una laurea in medicina, in quanto donna.

Opera una vera e propria rivoluzione in campo pedagogico. Il Metodo Montessori infatti si basa sull’indipendenza del bambino e l’adulto ha il solo compito di accompagnarlo nel percorso per la conquista della conoscenza. L’insegnante deve occuparsi di creare un ambiente adatto ai piccoli e fornire oggetti a misura di bambino per favorire il movimento delle mani, fondamentale per la Montessori, per sviluppare le capacità di concentrazione e coordinazione. Quello che conta maggiormente sono le attività pratiche. I bambini imparano molto di più facendo che semplicemente ascoltando. L’idea rivoluzionaria del metodo Montessori segue il principio secondo il quale una maggiore capacità di apprendimento si manifesta nel bambino  quando viene lasciato libero di compiere le proprie scelte. Non si tratta ovviamente di lasciare che il bambino faccia quello che vuole senza regole, ma semplicemente lasciare al bambino la possibilità di assecondare i suoi bisogni di crescita. Il metodo Montessori prevede anche che nei contesti scolastici ci  sia la formazione di gruppi misti con bambini di età diverse, affinché si inneschino curiosità ed interesse da parte dei piccoli nell’osservare e ascoltare i grandi. I bambini devono imparare gli uni dagli altri.

Maria Montessori partecipa a Torino al primo congresso pedagogico italiano presentando i risultati delle sue ricerche e denunciando la responsabilità della società sulla delinquenza minorile. “La società non deve trascurare alcun mezzo per redimere ed educare i bambini che, per speciali caratteri degenerativi, non possono trarre profitto dalla scuola comune”. Propone di allargare il diritto all’educazione anche ai bambini con difficoltà. 

 

Contribuisce all’emancipazione femminile partecipando al Congresso Femminile di Berlino come rappresentante dell’Italia. È famoso il suo intervento nel quale rivendica il diritto alla parità salariale tra donne e uomini e definisce imprescindibile l’unità fra tutte le donne per la vittoria della causa femminile. Non solo, punta il dito sulle donne stesse, che accusava di essere contro il proprio progresso non sfruttando leggi favorevoli. E fa degli esempio pratici sostenendo che le donne potrebbero  “essere membro degli importanti consigli di amministrazione degli istituti di carità; ma le signore si limitano a raccogliere denaro durante le feste, affidandone l’amministrazione agli uomini” e anche  “lasciano agli uomini la scelta del proprio medico curante, pur avendo diritto e opportunità di occuparsene personalmente”. 

Ha scritto diversi libri tra i quali “Educare alla libertà”, “La scoperta del bambino”, “Per la causa delle donne”. 

Paola Cortellesi ha interpretato la Dottoressa Montessori nella miniserie tv “Maria Montessori- Una vita per i bambini” nel 2007, tra le più viste della stagione televisiva, seppur con qualche incongruenza, rende molto chiaro la grandezza dell’opera montessoriana. 

Unica donna della vita reale ad essere raffigurata su una banconota italiana. Ve le ricordate le mille lire viola? 

Link della puntata

https://www.spreaker.com/episode/30055006