Ciao a tutti e bentornati nel podcast più streuso che c’è!

Vi siete ma fermati a riflettere sulla vostra capacità di non ragionare per stereotipi? 

Siete certi di essere al di sopra di qualsiasi tipo di pregiudizio? 

Io ne ero assolutamente convinta, ma vi svelerò un segreto: non è così. 

Per quanto cresciuta in una famiglia di mentalità molto aperta, moderna e nonostante sia sempre stato per me istintivo trovare insopportabile quella parte di società che schematizza,  etichetta persone e comportamenti, ho capito che ognuno di noi ha fatto proprie, involontariamente, alcune congetture mentali.

In questo viaggio personale nel mondo degli stereotipi condiviso in questo spazio, ho avuto conferma che in passato non sempre ne sono stata immune. L’imprinting della società nella quale interagiamo è infimo, subdolo, ma molto, molto efficace. 

Accettare chi incontriamo nel nostro cammino in quanto individuo, al di là degli stereotipi è certamente un istinto naturale, ma è anche una capacità che si acquisisce nel corso del tempo,  facendo tesoro delle proprie esperienze e di riflesso di quelle degli altri. 

Almeno una volta nella vita a tutti è saltata la mosca al naso quando siamo venuti a conoscenza di un successo professionale raggiunto da una donna, soprattutto se di bell’aspetto. Magari si è taciuto il pensiero, ma nella mente gli epiteti si sono sprecati, diciamo la verità. E quante volte abbiamo giudicato “senza palle” un uomo che mostra di essere sensibile, gentile, fragile?

Top Ten degli stereotipi

È capitato, poche volte o molte volte non ha alcuna importanza, ma è successo a chiunque.  Oltre a questo, mi soffermata sul numero e sulla varietà disponibile di stereotipi sociali e ho cercato di capire quali sono quelli più fastidiosi. Ho lanciato un sondaggio su Instagram per avere un’idea di quali siano quelli più odiati dal pensiero collettivo e ho stilato una classifica. 

Partendo da quello meno urticante secondo i miei followerS (wow, i miei followerS, mi sento molto Chiara Ferragni in questo momento!), ho annotato quelli più gettonati. Eccoli:

10. I maschi devono fare sempre il primo passo – Santa Samantha Jones da New York! Ma perché? Per quale motivo non può essere una femminuccia a tentare l’approccio, cosa c’è di così disdicevole? Noi ragazze non abbiamo istinti, impulsi, desideri o semplici curiosità? Ma andiamo!

  9. Uomo uguale a pigro – Allora, diciamo che fondamentalmente è uno stereotipo figlio di un patriarcato ancora duro a morire. Un uomo è pigro perché non concepisce l’idea di impegnarsi in altre faccende, soprattutto quelle di casa, al rientro dal lavoro o nei giorni liberi. Se ci fosse una parità di gestione della vita quotidiana, non avrebbero certo tempo per l’apatia. 

  8. Giocare con le bambole è da femmina – Questo è uno di quelli che personalmente mi infastidisce di più, perché tocca i bambini, che sono esseri puri e condizionabili. Io giocavo con le macchine e a “guardie e ladri” esattamente quanto giocavo con la Barbie e trucchi rubati nella trousse di mamma. Esprimevo la mia curiosità, la mia fantasia su fronti diversi e mi divertivo moltissimo in entrambi i casi. Avete letto di quel bimbo di Anzio che rimproverato perché giocava con un Cicciobello ha risposto: “Mica sono la mamma, io sono il papà, lui è mio figlio e si chiama Mario”. Non aggiungerei altro.

  7. Al sud manca la voglia di lavorare insieme a al sud è normale non funzionino le strutture, al nord le strade sono pulite – Ricorderei le migliaia di meridionali, terroni, partiti dal Sud per rimpinguare e dare forza lavoro alle fabbriche del Nord, senza i quali probabilmente, non sarebbero diventate quelle enormi industrie ancora attive nel mondo. Al Sud mancano le strutture, non la voglia di lavorare, per una questione di interesse politico, ma questo è un altro discorso…

  6. Una donna non è in grado di gestire da sola attività lavorative a parimerito con se sei donna sei meno capace nel lavoro/studio – È una cosa talmente stupida che non meriterebbe nemmeno di essere presa in considerazione,  tantomeno commentata. Almeno una decina di volte nella vita noi ragazze siamo state oggetto di tal scelleratezza. Si ritorna al concetto di patriarcato, di puro e becero maschilismo. Le cose stanno migliorando, bisogna dirlo, ma la strada è davvero lunga prima che un concetto simile possa essere superato, dimenticato. 

  5. Super donna e super uomo – Questa mi fa ridere, davvero. Bisogna sempre spingersi al limite delle nostre possibilità perché ci venga riconosciuto un valore? Non capisco la necessità di essere al 100% in tutto, eccheppalle!

  4. Femminista sinonimo di donna acida/incazzata – Per lungo tempo ho tacitamente accettato questa etichetta, perché pensavo che in realtà non fosse necessario rivendicare certi diritti, soprattutto urlando come facevano le femministe negli anni della contestazione. E invece no, c’è bisogno di urlare eccome, di spremere le corde vocali addirittura per far ascoltare le nostre voci dato che in molti sono impegnati ancora di soffocarle. Femminista è una donna incazzata sì, perché sono ancora forti le disparità di genere in ogni ambito della vita. Prova tu oh, mio caro uomo a non essere incazzato se dovessi ricevere uno stipendio più basso solo perchè provvisto di pisello, se ti fosse negata la possibilità di accedere ad un impiego perchè non hai le tette o di esprimere la tua opinione perchè ti chiami Mario e non Maria. 

Siamo arrivati al podio. Al numero:

 3. Si piazza dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna – Dietro? Dietro trovi l’ombra, accidenti! Una donna non è, non può mai essere un’ombra. Una donna è essere di luce tanto quanto il suo compagno, che affianca nel percorso della vita, non un passo indietro, non uno in avanti.

Medaglia d’argento a:

  2. Donna single è necessariamente infelice e nevrotica – Non avere un compagno o una compagna, non è sinonimo di infelicità. Essere single non è una punizione, è una condizione che può essere temporanea o stabile, chissenefrega. Evidentemente  per quella donna single, non è il momento per avere una persona accanto, probabilmente sta benissimo così e si gode felicemente la sua vita. Nevrotica è la necessità di dare una spiegazione ad una scelta difficile da capire perchè troppo impegnati a seguire lo stereotipo della famiglia a tutti i costi, impegno chiaramente non profuso nei confronti dei colleghi maschietti.

Vince la classifica il premio “Peggior stereotipo 2020”, the winner is…

 1. Ragazza emancipata si traduce in ragazza facile – Eh, niente, questo rimane il più comune, radicato, urticante e triste stereotipo di sempre. La libertà sessuale è concessa soltanto agli uomini. Ancora. Lo dicono anche le brutte parole, come ci ha raccontato Paola Cortellesi in uno splendido monologo di qualche tempo fa. Un uomo non è mai un puttano, al massimo è un bastardo, ma sempre colpa di una donna di malaffare è! Guardata con odio da altre donne, cercata e poi bistrattata dagli uomini dopo. Non c’è scampo.

Tra gli altri vorrei segnalare anche: il concetto di nerd e di come sia abusato il termine perché di moda e gentile ha lo stesso significato di stupido e gli stereotipi seguono le mode. In un mondo in cui l’apparenza fa più seguito della sostanza, è quasi automatico, ma non soltanto adesso, è sempre stato così. Negli ultimi anni è solo diventato più lampante, più evidente. Gentile come stupido, quindi gli altri si sentono autorizzati a prenderti in giro.Simile e associabile a quello precedente. Essere bulli fa figo, la gentilezza meno e addirittura stupisce. Quante volte è capitato di veder coprire di sensazionalismo un gesto educato e gentile, come fosse un evento straordinario?…che poi lo è anche, purtroppo!

Comunque, Amadeus, sappilo, io per Sanremo sono pronta, possiamo condurre insieme, mandami un messaggio in direct, per il compenso ci accordiamo. 

La Streusa Podcast – Prima Stagione

La mia non pretende d’essere una verità assoluta, è solo il risultato di un campione molto esiguo di pensieri e opinioni raccolte attraverso un social network, ma stimola il ragionamento, fornisce lo spunto per analizzare e valutare quanto e come siamo fortemente condizionati dagli stereotipi, quanto facciano ancora parte della nostra esistenza. Conoscere le conseguenze di un atteggiamento sbagliato, di un pensiero sbagliato, può aiutare a far sì che le imposizioni sociali perdano forza e in un futuro prossimo, vengano superate. Questo è ciò che mi piacerebbe accadesse, quello che spero e per il quale, nel mio piccolo, continuerò a lavorare.

Si chiude con questa riflessione la prima stagione de “La Streusa”, auguro a tutti voi un nuovo anno pieno di salute, serenità e buoni sentimenti, magari un po’ più liberi dagli stereotipi e più pronti ad amare il prossimo per la sua peculiare e magnifica essenza. 

Buon 2021!

A presto!

Link alla puntata : https://www.spreaker.com/episode/42740881